Calogero Rizzo
EROICAMENTE IMBECILLE
EROICAMENTE IMBECILLE
(Una
Frastanelli val bene una vittoria)
Radiocorsa
“Dal nostro
corrispondente – Siena
Masse di corridori hanno oggi invaso, insieme alla
primavera, la placida dolcezza della campagna senese armati di antichi
velocipedi a due ruote per l’annuale appuntamento dell’Eroica, la mitologica competizione ciclistica con bici d’epoca, su
sentieri tortuosi e sterrati, adatti a polpacci di Dei più che di uomini. Gli
oltre trecento impavidi presenti al via armeggiano intenti ai loro mezzi,
pronti ad affrontare le novelle Termopili del sudore e della fatica.
Tra tutti, svetta quell’unico che si
appressa con olimpica calma alla fatica, retto in piedi solo dal muro cui
poggia le spalle, mentre fuma la sua pipa e il verde occhio perso nelle brume
del combusto virginia, già immagina ma non paventa l’arduo percorso.
Si, così si prepara alla prova Alessio
Rigoli del Team dei Totali Imbecilli pluribannati, con la pipa.
Al via Rigoli si confonde anonimo tra la
folla dei partecipanti, né lettore lo sospetteresti presente se non ti
facessero accorto quegli azzurrognoli sbuffi di fumo che perenni e instancabili
emana la sua inclita radica al ritmo delle pedalate.
Eccolo distendersi sul piano, quando si allunga
il gruppo, mentre lontani filari di cipressi ne incorniciano l’agile figura
protesa a tagliare l’aria come novello Mercurio.
Al terzo chilometro è il primo a
fermarsi, maledicendo l’odiosa Moira, forse una foratura; subito accorre l’auto
dei soccorsi pronta all’intervento del caso e subito offre pronta all’atletico
imbecille lo scovolino, ché la pipa non tira più a causa dell’acquerugiola
formatasi per le troppo ampie boccate nel corso della repentina partenza.
Ma eccolo nuovamente sbuffante in sella,
quasi pròtesi del suo velocipede, di nuovo in coda al gruppo, dopo appena una
cinquantina di chilometri, senza che un solo tratto del suo volto tradisca la
benché minima fatica, non un goccia di sudore su quel volto, che solo
nell’infanzia fu glabro. Mentre s’appresta a reinserirsi nel gruppo, il suo
sguardo si vela d’una lontana melanconia, eco di tutti gli imbecilli che in
quel momento egli sente di rappresentare. Il volto e il nome di tutti e ognuno
di loro egli vede innanzi a sé, ne ode ancora i lazzi nelle puntute orecchie;
così, sospinto dall’alito della vittoria, sebbene un tantino latakioso codesto
alito, inizia la rimonta. Incollato alla ruota del suo più immediato
avversario, scarta e supera centinaia di ciclisti che, come muro, gli si parano
innanzi, iniziando la sua solitaria fuga in salita, leggero e agile al pari di
capretta selvatica.
Solitario arriva in vetta con un
distacco di 5’ dal gruppo, allorché l’agile Rigoli s’avvede di una cabina
telefonica – forse l’unica rimasta in tutta la provincia di Siena: scende
repentino dalla bici e chiede ad un membro dello staff una scheda telefonica.
Rigoli, avuta la scheda, si fionda al
telefono e dring dring…
-
Pvonto?
-
Ciao Antonio, sono Alessio, ti disturbo,
come stai?
-
Bene, gvazie e tu?
-
Non c’è male, mi trovo in Toscana
adesso, con degli amici; ah! Eccoli, passano e mi fanno ciao ciao con la mano.
Mi è venuto un dubbio, non so se posso …
-
Ma cevto Alessio, schevzi! Non facevo
nulla di impovtante, sto solo contvollando il Chvistmas cheev del 1814, pvoveniente
divettamente dalla cambusa pvivata di Napoleone all’Elba, mi chiedevo solo se
fosse venuto o meno il momento di assaggiavlo, fovse potvei lasciavlo ancova
qualche annetto…
-
Antonio, dunque, ti volevo chiedere:
quando ho igienizzato il bocchino della pipa, per lucidarlo utilizzo la limetta
abrasiva che mi hai consigliato; prima la parte più ruvida, poi quella fatta
proprio per lucidare. Quello che volevo sapere è: il bocchino deve essere
bagnato o asciutto?
-
Il
credito della scheda è terminato, si prega di inserire una nuova scheda tu tu
tu tu…
Fu la beffarda risposta dell’anonima e
metallica voce preregistrata
Maledicendo l’universo tutto, Rigoli
picchia amleticamente in sella e si lancia nuovamente all’inseguimento del
gruppo, ma repentino torna indietro, avendo lasciato la pipa sopra il telefono.
Ripresa la gara eccolo nuovamente in
coda al gruppo a ritentare l’eroica rimonta, quando, giunti a Sinalunga, s’avvede
che è in corso di svolgimento la Sagra del Pecorino e, senza porre tempo in
mezzo, s’avventa sulla prima bancarella ad abboffarsi del nobile latticino
etrusco, accompagnato da un ottimo bianco secco locale.
Leggermente brillo ripicchia in sella
per l’ennesima volta accorgendosi solo dopo diversi chilometri, a causa di una
leggerissima alterazione alcolica, di aver inforcato il velocipede di altro concorrente,
anch’egli intento a rifocillarsi. Si trova così a cavallo di un biciclo del XIX
secolo. Ma non è più tempo d’indugi, intravede nuovamente la testa della corsa
li innanzi a sé, ad appena dieci chilometri di distanza e ne mancano solo
cinquanta alla fine dell’epica gara.
Carica la sua ultima pipa a flake nel
precario equilibrio dell’atto atletico, riuscendo anche ad accenderla con
appena due fiammiferi e, novello Popeye, sente il tabacco dare nuovo vigore
ai suoi possenti muscoli, insospettabili nell’esile figura. Uno dopo l’altro
gli altri ciclisti vengono raggiunti e superati.
Si trova, infine, Rigoli sul lungo
rettilineo finale, sul biciclo rubato senza dolo all’altro ciclista, sono
rimasti in tre per la volata finale. Rallentano, mutuamente osservandosi,
tentando di cogliere l’uno nel movimento e negli sguardi degli altri il momento
giusto per assestare la zampata, quand’ecco Rigoli piega leggermente il capo alla
sua destra e vede …"
Vide Alessio Rigoli, una bancarella di
pipe usate, misera, piuttosto che umile, lì in un cantuccio ignorata dalla
folla eccitata dall’agone, e più che
l’onor poté l’imbecillità; una Frastanelli val bene una vittoria si disse
Alessio Rigoli, sicché tagliò, infine, centotrentesimo il traguardo, ma trionfante tenendo in mano una pipa da restaurare.
Un unico dubbio gli rimase: il bocchino
doveva bagnarlo o no prima di lucidarlo?
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