lunedì 12 maggio 2014

La Chimney di Holmer Knudsen

Uno dei motivi per cui anche io ho la fortuna di potermi annoverare tra il nutrito gruppo degli imbecilli sono le puntuali schermaglie che più o meno inevitabilmente imperversano sui gruppi online dedicati alla pipa. Da una di queste è nato il gruppo dei Totali Imbecilli, e da una di queste nasce la storia di questo post. In particolare, la diatriba è sorta a commento di una serie di fotografie delle ultime creazioni pubblicate da Holmer Knudsen, pipemaker piuttosto titolato che nel suo curriculum vanta pure l'aver realizzato per alcuni anni le Kriswill redivive per Dan Pipe di Lauenburg. Un commentatore asseriva categorico: "belle pipe, ma soltanto una fumerà bene". Il motivo? Si trattava di una selezione di chimney, alcune di proporzioni poco più allungate di una billiard, alcune altre, una in particolare, un po' più esasperate. Non avrebbero dovuto fumare bene perché per "motivi di fisica elementare" l'apporto di ossigeno in fumata sarebbe stato troppo basso, con conseguente cattiva combustione. A sentire ciò, mi sono permesso di far notare che forse il motivo per cui una chimney generalmente fuma male è l'imperizia del fumatore, e da qui la situazione è andata precipitando. Nulla di cui scrivere su un blog, se a questo tutto si fosse limitato, ma alla sera mi sono trovato un messaggio privato di Holmer Knudsen che si diceva contento che finalmente qualcuno discutesse non solo di estetica, ma di come le sue pipe fumano. Scambiamo due parole, e alla fine mi propone di fare da tester per la più estrema delle sue creazioni, una chimney in corbezzolo che appariva particolarmente alta, slanciata e sottile. Non certo in realtà di aver capito bene, con il mio inglese un po' arrugginito mi dico entusiasta, e salutandolo do a Holmer il mio indirizzo. Al mio ritorno a Milano dalle vacanze pasquali, in un pacco di DHL, corredata da un saluto epistolare con annessa raccomandazione di cautela nella fumata per la grande sottigliezza delle pareti del fornello, trovo lei.


La chimney di Holmer Knudsen dell'articolo


Esteticamente perfetta, e in realtà molto più minuta di quanto me la aspettassi, questo piccolo capolavoro di leggerezza ed eleganza era tra le mie mani. Le dimensioni del fornello sono in realtà grandi rispetto alla dimensione complessiva della pipa, con una capienza che si attesta all'incirca su quella di una corrispondente gruppo 3 di Dunhill, ma con un peso alla bilancia faticoso a credersi: 20,7 grammi. L'indovinato colore rosso aranciato fa un meraviglioso tutt'uno con il bocchino in cumberland molto chiaro, e il feeling in mano e tra i denti è fantastico. Ciononostante, a vederla da vicino i dubbi del commentatore si facevano un po' strada anche dentro di me: un fornello alto 5 cm con uno spessore delle pareti di appena 2 mm è indubbiamente un azzardo. Non c'era modo migliore di verificare che accenderla. 


Lo spessore delle pareti, di due millimetri


Ho deciso di provarne le doti con i tabacchi che a mio parere si abbinano in miglior maniera ai fornelli di questa forma, e cioè i flakes di virginia. La loro combustione lenta porta nel corso della fumata a una concentrazione degli aromi altrimenti inarrivabile, e non c'è miglior maniera di complicare il più possibile il lavoro ad una chimney. Ho girato nella prima decina di fumate il Best Brown di Samuel Gawith, il Cut Virginia Plug di Fribourg&Treyer, il Full Virginia Flake sempre di Gawith e - per riposarmi con un ribbon ogni tanto - il McClelland 35 Stave Aged, e magicamente ogni dubbio è stato fugato. In realtà non credo di aver mai provato una chimney che fumi meglio di questa: non solo non ho notato difficoltà e spegnimenti in misura maggiore rispetto a qualsiasi altra pipa, ma quello che più mi ha impressionato è la reazione al calore delle pareti così esigue. Intendiamoci, non si può certo dire che non scaldi per niente. Ma anche qui, non in misura maggiore ad altre pipe con il fornello dallo spessore più che triplo. Tutte le fumate, nessuna esclusa, mi hanno restituito alla fine poca cenere bianca sul fondo del fornello, e sensazioni decisamente appaganti. La resa del corbezzolo con i virginia è ottima: radica inizialmente neutra e poi sempre più dolce e adeguata alle sfumature di gusto che tabacchi di questa complessità possiedono. Si è rivelata grazie alla sua leggerezza pure una comoda pipa da passeggio, che nonostante questa peculiarità mantiene una capienza decisamente soddisfacente. Di "pecche" ne ha due, e tutte e due assolutamente risibili rispetto agli stupefacenti pregi che ha manifestato. La prima, la finitura a cera che è durata molto poco prima di opacizzarsi. Ma è il destino di tutte le pipe, per qualcuno non è neanche un difetto, e sul corbezzolo ha lasciato un aspetto "satin" che a dirla tutta è pure piuttosto gradevole. La seconda, una lievissima asimmetria nella fattura del dente: un problema da maniaci della geometria quale io fortunatamente non sono. 
Per un giudizio complessivo fondato non potevo esimermi in realtà dall'informarmi sul prezzo: mano a mano che la fumavo, la tentazione di tenerla per me si faceva sempre più pressante. Sfortunatamente sapevo già che al momento non me la sarei potuta permettere: la vita di un universitario fuori sede, in realtà pure abbastanza giustamente, non lascia molto spazio agli sfizi. Ma nonostante questo oggi ho scritto a Holmer, il quale molto generosamente ha voluto donarmela. E penso che non ci sia maniera migliore di ringraziarlo che elogiando pubblicamente la sua creazione come davvero merita.

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