sabato 12 aprile 2014

L'IMBECILLE

Dopo qualche giorno di titubanza ho deciso, con immenso  piacere, di scrivere qualcosa anche io..... non sono un bravo scrittore, ma certamente un grande imbecille! 

 

L'IMBECILLE

Dice: "un vecchio imbecille è un giovane saggio".
Niente di più vero... in fondo la stupidità umana é la caratteristica che più ci caratterizza nel regno animale. Essere imbecilli é una dote che si plasma con un percorso lungo decenni, e che se in un primo momento può sembrare fastidiosa, quasi fuori luogo, in realtà regala negli anni piaceri che solo palati fini possono cogliere. Ma quando un vecchio imbecille diventa saggio? Semplice... quando inizia a capire quale male affligga la nostra società in maniera preponderante...
Prendersi sul serio.



Ebbene si prendersi troppo sul serio é la causa scatenante del 90% dei nostri problemi.... il resto é ignoranza ma quella é una malattia non curabile...
L'uomo é imperfetto e quindi non dovrebbe mai prendersi sul serio. Avete mai provato a scattarvi una fotografia, tagliarla a metà e copiarla ribaltata sull'altro lato? Siamo convinti che il nostro viso sia uguale su un lato come sull'altro, bhe questo semplice esperimento vi fa capire che non è cosí... nell'immagine che ne esce risulterete un altra persona... quello che dovreste essere se foste "perfetti". E ovviamente il risultato é un abominio. Perché la nostra bellezza, la nostra unicità é proprio nell'imperfezione. Notate bene l'imperfezione non é un errore ma un cosa "quasi giusta" . Tutto l'operato dell'uomo é "quasi giusto". Egli tende alla perfezione, che per definizione però non raggiungerà mai, ma io aggiungo che non servirebbe raggiungerla, perché se la raggiungesse il risultato sarebbe un abominio come prima. Quindi la bellezza é imperfezione, la bellezza é il massimo risultato possibile per le nostre capacità, che non sono mai il massimo possibile per qualcun'altro. Alla luce di questo, prendersi "sul serio" é oltremodo inumano e quindi innaturale. Chi non sà ridere di se, chi non sà prendersi in giro e vivere con leggerezza la propria umana  imperfezione é un mostro, un essere immondo che distrugge  ciò che lo circonda e che gli ricorda quanto sia imperfetto. In realtà é un masochista paranoico con tendenze suicide... perché ostinarsi cosí é segno di deviazione mentale, e distruggere ciò che ti circonda non fa altro che distruggere te stesso. Questa distruzione non é necessariamente materiale, ma soprattutto mentale. Un tipo così é una persona che non riesce a concepire l'imperfezione dei suoi simili per cui in un primo periodo li snobba, per poi odiarli ed infine invidiarli per il fatto di saper effettivamente  vivere, a differenza sua. Ma come si possa prendersi sul serio se per definizione noi siamo imperfetti  e quindi "sbagliati" ancora mi lascia perplesso. L'unica cosa che tocca la perfezione nell'uomo é la morte. Silente, precisa, democratica essa é l'evento più perfetto che colpisce la razza umana... perfetta perché la fa cessare..e quindi interrompe un errore, e quindi, proprio perché perfetta, é disgustosa e fà paura. Una cosa perfetta fà paura. Non ci appartiene, non possiamo capirla, e quindi non possiamo capire chi si ritiene perfetto.  Il segreto quindi parrebbe essere consci di essere imperfetti, "imbecilli",  ed apprezzarlo. Bada bene non capirlo, ma apprezzarlo! Apprezzare il limite, l'imperfetto, ed esserne felici perché umani... ecco perché secondo me un vecchio "imbecille" altro non é che un giovane saggio. La cosa buffa, proprio perché imperfetta, é che lo impari purtroppo quando non ti serve più.... che imbecilli!


5 commenti:

  1. Hai ragione Stefano. L'ho capito sei mesi dopo essere andato in pensione. L'aver concluso la vita lavorativa piena d'impegni e di stress mi mise, dopo un periodo di illusoria libertà, davanti alla realtà: quando sei in pensione sei sulla banchina aspettando il treno della morte. La morte che esorcizziamo, in vario modo, durante tutta la vita.La reazione, fortunatamente, fu di smettere di esorcizzare la morte e diventarne sempre più curioso. Libero da ogni credo e da ogni speranza. Raggiunsi forse l'imbecillità della saggezza?

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  2. Essere felicemente imbecilli è sicuramente sinonimo di saggezza... per cui possiamo senza ombra di dubbio che hai raggiunto un agoniatissimo podio ;)

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  3. Calvino la chiamava 'leggerezza'. Che e' un bel traguardo.

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  4. zio birillo :-D
    Ho avuto una stilettata al cuore per ogni "Imperfezione" ortografica :-D

    Comunque: bello! :-)

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