venerdì 16 maggio 2014

Bugie. Una Storia vera.

Così è finita.
Basta.
Queste saranno le ultime nuvole di fumo che farò uscire dalla mia pipa.
Poi, quando il tabacco si esaurirà, quando sarà rimasta solo la cenere sul fondo del fornello, capovolgerò la testa della mia fedele compagna e ne saluterò i resti.
Un ultimo attimo di intimità: lo scovolino.
E’ finita così.

Ho deciso di smettere.

Smetto da oggi di fumare la pipa, questo aggeggio strano che soprattutto negli anni universitari ha suscitato l’ilarità di molti miei coetanei, quando andava troppo di moda la sigaretta e al massimo, se volevi essere alternativo, le rollate.
Smetto da oggi di fumare la pipa.

*:*:*

Quando ho iniziato avevo vent’anni, forse ventuno. All’epoca non fumavo niente.
Non dico di non averci provato, al liceo, a farmi qualche paglia. Ma proprio non ero capace.
Tossivo a non finire, come un novellino; altro che aria da uomo vissuto, avevo più l’aria di chi soffre il mal di mare pure in vasca.
Così, dopo un paio di pacchetti comprati e finiti dopo la prima sigaretta, decisi che il mondo del tabacco non avrebbe fatto per me.
Pazienza, mi dissi. Comprerò una kefiah.
(all’epoca si scopava di brutto con la kefiah. O almeno così mi pareva. )

*:*:*

E poi dopo tutti questi anni rieccomi qui, fumatore di pipa. EX fumatore di pipa.
Smetto da oggi di fumare la pipa.
Che poi, a pensarci bene, ma perché ho cominciato a fumarla, ‘sta pipa?
Curiosità? L’avevo letto forse in qualche libro?
Forse c’era un film dove uno non aveva la kefiah, ma con una pannocchietta attirava donne come le mosche.
Uhm. No, non mi pare. James Bond non ha mai fumato la pipa, in alcuna sua incarnazione.
E poi di gialli leggevo Nero Wolfe. Non me ne voglia Maigret, ma Nero mi si confaceva di più.
Pure io, se potessi, non uscirei mai di casa. 
La delega, la più grande invenzione dell’uomo.
Dopo la pipa, certo.
Si perché poi, alla fine, a me la pipa piaceva.
Non solo fumarla, eh. Come oggetto, dico.

*:*:*

Ricordo la vetrina della Tabaccheria Centostelle, che fissavo estasiato: radiche sconosciute, accendini dorati; e dietro, un oceano di tabacchi.
Poi un giorno, un po’ per caso e un po’ perché a passarci spesso e star davanti per ore temevo mi prendessero per maniaco, entrai.
All’inizio non sapevo cosa chiedere.
“Vorrei cominciare a fumare la pipa, come si fa?”
No dai, se dico così mi inquadrano subito. Devo inventarmi qualcosa.
“Ciao, vorrei una busta di – leggere un nome, il primo a caso dello scaffale PRESTO! – ehm.. Aromatic Choice e ah già che sbadato, oggi non ho la pipa con me – agito le braccia setacciando il giacchetto in cerca di chissà cosa – anche una pipa, grazie!”
Affanno.
Enrico (non sapevo si chiamasse enrico, all’epoca. Poi siamo diventati amici) fece finta di bersela e mi accennò a delle pipe da cesto.
Feci finta di sceglierne una, dopo averle accuratamente esaminate pure in controluce - chissà cosa ci dovevo vedere mai- e pagai.
Uscii con un sospiro di sollievo.
Ora non restava che caricare la pipa e fumare. Facile.
No cazzo, l’accendino.

*:*:*

Ma è passato troppo tempo e io, di fumare la pipa e di tempo, non ne ho più.
I figli, il lavoro, un matrimonio e il divieto di fumare in casa, poi il divieto di fumare in studio, poi il divieto di fumare al bar e insomma il divieto di fumare e basta.
Troppi divieti per i miei gusti. Basta è ora che me ne faccia una ragione.
Quindi mi sono detto: tempo un mese, smetto.
Che poi, mica fumavo tanto, sapete?
Macché, io soprattutto compravo: pipe, tabacchi, accendini, fiammiferi, ricariche, portatabacchi e portapipe; poi era tanto se accendevo la pipa due volte a settimana.
Il fatto che, nei primi anni, fumassi per lo più tabacchi di merda c’entra pochissimo.

*:*:*

Dopo la mia prima busta di Aromatic Choice, acceso sì e no due volte, comprai, il giorno seguente, altre due latte: una di Blue Note e l’altra di Rattray High Society.
Spesi quella che per me, all’epoca, era la paga di un mese, ma almeno avevo tabacco in latta.
Si perché, dentro di me, avevo fatto questo ragionamento: tabacco in busta sta a vino in cartone come tabacco in latta sta a vino in bottiglia.
La qualità vive e regna tutta nel packaging.
Ovvio.
Quando aprii il Blue note rimasi estasiato.
Caricai in fretta, accesi e aspirai con forza.
Dopo alcune boccate mio padre (vivevo con lui all’epoca; e, si, tollerava la mia momentanea follia piparia considerandola transitoria e sicuramente legata ad una terza abbondante ma con occhiali che amava Conan Doyle) entrò nella stanza: “Oh che ti sei messo a cucinare il croccante?”
Ammetto di non esserci rimasto troppo bene.

*:*:*

Ora rido, ma forse, se ripesco la vecchia pipa da cesto, ce lo sento ancora, il croccante.
E chi lo manda via?
Mezza busta di Balkan Sobraine non ce la fece.
Si perché ho fumato anche quello, sapete?
Poi, come quelli che bevono un Ornellaia dopo il tavernello, lo archiviai come troppo complesso, lasciandolo a marcire in un cassetto.

Ma ormai basta.
Ho tanti ricordi, come il mio capodanno da solo.

*:*:*

Era il 2005.
Anno difficile, il 2005.
Ma a Dio piacendo era finito. Volevo festeggiare, ma da solo.
Così comprai una Anatra dalle uova d’oro (che per i non addetti trattasi di marchio di pipa, e non di mirabolante volatile) e una latta di Samuel Gawith Full Virginia.
Non avevo mai fumato il Full Virginia.
Mio padre uscì di casa e io rimasi solo; caricai la pipa, accesi e aspirai.
Lunghe boccate.
E fu allora che compresi. Che tutto mi fu chiaro. Evidente, sotto i miei occhi.

IL METODO MAC BAREN PER IL FLAKE E’ UNA CAZZATA PAZZESCA.

Mi s’era intoppato tutto. Poi il Full Virginia era umido come delle aringhe sott’olio, ma che mi era venuto in mente.

Poi venne il 2006 e tutto cambiò.
Cominciai a vivere per davvero. E anche le fumate, per magia, migliorarono.
La pipa non mi si spegneva più, o comunque in tempi e modi accettabili.
Il tabacco lo apprezzavo e mi dava soddisfazione.
Non era più una posa. Risultavo credibile.
Abbandonai pure la kefiah. Per dire.
Che poi non aveva dato grossi risultati, salvo proteggermi da qualche mal di gola. Forse.
Di colpo ero cresciuto e anche il mio parco pipe crebbe.
Leggevo i forum, mi documentavo.
Imparavo e mi resi conto che la pipa era divenuta, dopo molti anni, parte di me.

Trovai anche degli amici.
Gente come me, che fumava la pipa.
Prima di allora pensavo che sarebbe stato più semplice trovare un pinguino che sapesse contare fino a dieci.
Poi lo vidi. Stava su Youtube.
Ma nel frattempo avevo conosciuto parecchia gente che fumava la pipa, che comprava pipe, che amava condividere con me le proprie idee sul mondo della pipa.

*:*:*

Di colpo mi risveglio.
Sono qui.
Davanti alle mie pipe. Davanti all’ultima che ho fumato.
Quell’anatra dalle uova d’oro del capodanno 2005.
Ancora calda.
Ho detto basta.
Smetto da oggi di fumare la pipa.
Vi svenderò ad un mercatino dell’usato, facendo la felicità di qualcuno che voleva tanto una Mastro come te, mia canadese rusticata;
Poi dovrò disfarmi anche di tutta la cambusa.
Saranno quattro o cinque chili di tabacco.
C’è roba che ormai vive nei bormioli da dieci anni.
Sigillata.
Dovrei dare un’occhiata.
Scendo le scale e entro in cantina; apro l’anta dell’armadio e trovo un paio di grosse scatole di plastica, piene di barattoli.
Etichette ingiallite scritte a mano.
Ne tiro fuori una.
Best Brown, ottobre 2013. Dice.
Domani avrà dieci anni.
Svito il tappo a fatica. Aspiro.

E tutte le mie certezze crollano come cenere.


NOTA DELL'AUTORE. Questa è una storia vera. Come d'uso molte parti, con gli anni, sono state ingigantite, rese mitiche per farmi apparire molto più figo e simpatico di come sia stato e sono nella realtà. Altre parti (quelle dove faccio la figura del minchione) sono state ridotte drasticamente o eliminate in post produzione. Enrico non è stato maltrattato per la redazione di questo post. La mezza busta di Balkan Sobraine l'ho buttata via. Non intasatemi la posta chiedendomela indietro perché se l'avessi l'avrei già venduta per comprarmi una Dunhill Extralusso con Bocchino in osso di Focena. Invece nisba. La kefiah sappiamo tutti sia legata a tante motivazioni importanti politiche religiose e qualcos'altro di cui ora non ricordo bene e sicuramente qualcuno nel vederla ridotta ad un uso così meschino si sentirà giustamente offeso. A volte la verità fa questo effetto. Non me ne vogliate troppo. E poi quella parte me la sono inventata. Come quale? Quella. Per i romantici invece la terza con gli occhiali non me la dette. Così, per dire.
Uff. che sudata.

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